
06 Mag Quando il vino (e il design) prendono i neuroni
Cosa ci è piaciuto all’edizione del Vinitaly che si è appena conclusa? Sicuramente sapere che l’industria del vino italiano è in forte crescita nei mercati emergenti e non solo. Un prodotto ancestrale come il vino che negli ultimi anni, grazie a nuove tecniche di vinificazione e di marketing, sta accrescendo il suo valore in tutto il mondo.

Ma perché parliamo di vino per parlare di
design? Perché il design visivo e lo studio identitario di un prodotto sono
alla base del successo commerciale e fortunatamente molte aziende se ne sono
rese conto.
Il progetto più interessante che abbiamo scovato è quello sviluppato per la
cantina Palmeto Costanzo da Spazio di Paolo. Etichetta cui, tra l’altro, è
andato il Premio Speciale “Etichetta dell’anno” al 23° Vinitaly Design Int’l
Packaging Competition
Non si tratta solo di un lavoro grafico ma di un progetto di neuromarketing, di ricerca ed innovazione legati alla narrazione del territorio e del prodotto. La cantina Palmento Costanzo è situata sulle pendici dell’Etna in Sicilia. Per enfatizzare il rapporto tra il luogo in cui nasce e il prodotto stesso, è stato creato un pigmento materico estratto dalla polvere vulcanica dell’Etna, totalmente stampabile.
“L’idea di utilizzare un colore naturale estratto dal magma solidificato rievoca il territorio e il vulcano, il miglior guardiano per i vecchi vitigni del Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante e Cataratto” spiegano dallo studio Arconvert. “Grazie a questo processo l’etichetta diviene multisensoriale e il risultato è straordinario: la vista, il tatto e l’olfatto vengono stimolati e il consumatore è naturalmente portato a toccare l’etichetta incuriosito dalla naturale luminescenza dei minerali presenti nel pigmento. Toccando, l’etichetta sembra ruvida, coerente e materica. Al naso sta respirando l’Etna perché l’intera confezione è fatta solo con l’Etna!”
Fotografie di Spazio di Paolo ©